Xylella in Puglia, la strage di ulivi spiegata

Dall’introduzione in Italia alla strage di ulivi in Salento. Ecco una guida per comprendere la storia del disastro causato dalla Xylella Fastidiosa

Un ulivo che ha perso quasi tutti i rami a causa della xylella
Fonte: Pfüderi – Pixabay

Una distesa spettrale di ulivi morti. Questo è l’elemento dominante del paesaggio in larga parte del Salento, dopo il passaggio della Xylella, il batterio che sterminato milioni di alberi e abbattuto una florida economia basata sull’olio. I tentativi di fermarla sono stati inutili. Ripercorriamo le principali tappe della storia della Xylella in Puglia.

Che cos’è la Xylella

La Xylella è un batterio che aggredisce il sistema linfatico delle piante (lo xilema): replicandosi crea delle pellicole che impediscono il passaggio di acqua e sostanze nutritive (la linfa) tra le radici e il resto della pianta. Colpisce centinaia di specie diverse, tra cui gli olivi, le viti, gli agrumi, il caffè, oleandri e cespugli spontanei. Gli alberi contagiati deperiscono: prima si ingialliscono le foglie, poi si seccano, seguite dai ramoscelli e dai rami più grandi, fino al tronco. Finché, nella peggiore delle ipotesi, l’albero muore. Si diffonde attraverso degli insetti: questi prima succhiano la linfa contagiata della pianta malata, poi vanno a succhiare la linfa di alberi sani, contagiandoli. 

Da dove viene

La Xylella è originaria dei due continenti americani. Nel Nord America è molto temuta perché causa la malattia di Pierce, che ha decimato le viti per la produzione di vino, in particolare in California. In Sudamerica, invece, ha fatto una strage di agrumi causando una malattia chiamata “clorosi variegata”. Stessi problemi sono presenti anche nell’America centrale, dove sono colpite anche le piante del caffè e altre specie aromatiche.(1) Proprio da lì arrivano i problemi per il Salento.

Come è arrivata in Italia

Tra Europa e America centrale c’è un intenso commercio di piante aromatiche e ornamentali. Nel 2008 una pianta di caffè contaminata da Xylella, del Costa Rica, arriva in Puglia(2). Alcuni insetti hanno veicolato il batterio da questa pianta ad altre specie tipiche del territorio. La Xylella, anche attraverso una variazione del proprio codice genetico, ha trovato un habitat ideale negli ulivi. La contaminazione è partita in sordina, anche grazie a un periodo di incubazione (il tempo che intercorre tra il contagio e la manifestazione della malattia) molto lento. L’emergenza scoppia nel 2013, quando numerosi uliveti cominciano a deperire uno dietro l’altro. 

La Xylella Fastidiosa in Puglia

La strage di uliveti in Puglia fa scattare una serie di studi e analisi, nell’ambito dei quali emerge la causa: gli ulivi che muoiono hanno il batterio della Xylella, specie Fastidiosa, sottospecie Pauca, di un ceppo nuovo a cui viene dato il nome di CoDiRO: Complesso di Disseccamento Rapido degli Olivi. È la prima volta che questa batterio aggredisce coltivazioni in Europa. Scatta subito un piano di emergenza che prevede la delimitazione delle zone infette, dove bisogna eradicare velocemente la diffusione del batterio attraverso l’abbattimento degli alberi. Ma in Salento sembra tardi: dopo aver colpito, inizialmente, il tacco dello stivale (in particolare Gallipoli e Capo di Leuca), la Xylella avanza e procede verso Nord, colpendo altre zone in provincia di Lecce, per poi salire, in provincia di Brindisi e Taranto. La situazione diventa drammatica e nel 2015 viene dichiarato lo stato di emergenza nazionale.

Le cause della diffusione

  • Incubazione – Il batterio che colpisce gli ulivi ha tempo di incubazione che dura più di un anno.(3) Questo rende difficile individuare gli alberi contagiati e permette alla Xylella di diffondersi indisturbata
  • Sintomi – I sintomi della malattia sono molto simili a quelli provocati da tantissimi altre patologie. Diventa quindi complicato rilevare subito la Xylella, senza fare analisi.
  • Polifagia – La Xylella è polifaga: può contaminare centinaia di piante differenti, anche erbe spontanee. Molte specie, inoltre, non manifestano nessun sintomo in caso di infezione. Capire la reale entità della diffusione di Xylella è proibitivo.
  • Clima – Il clima mite favorisce la propagazione della “sputacchina” (Philaenus spumarius), il piccolo insetto ritenuto responsabile di trasportare la Xylella. In particolare gli inverni caldi limitano la consueta decimazione del ciclo vitale di questi insetti
  • Territorio – La Puglia meridionale è costellata da un’immenso numero di uliveti, che sono diventati una canale di diffusione immenso. Oltretutto le sputacchine si muovono anche a rimorchio di uomini e automezzi lungo le strade(4) 
  • Proteste – Il piano di eradicazione, che prevede anche l’abbattimento degli ulivi sani all’interno delle zone infette, è stato osteggiato dai coltivatori, che hanno fatto causa e rallentato le operazioni nelle prime fasi di contrasto al batterio

La strage degli ulivi

Il 40 per cento degli ulivi pugliesi sono stati contaminati dalla Xylella, che è presente in un territorio di 8mila chilometri quadrati.(5) Nel Salento è praticamente cambiato il paesaggio, oggi dominato da scheletri di alberi. Un dramma per tutta l’economia locale, che vanta uno degli oli di oliva più rinomati al mondo: ci sono state migliaia di posti di lavoro persi.

La Xylella nel resto d’Europa

Dopo il caso salentino in Europa è diventato obbligatorio fare indagini per monitorare la presenza della Xylella. Sono emersi altri casi. In Italia sono stati trovate alcune piante mediterranee (mirto, rosmarino, mandorli e lavande) del Monte Argentario (tra Toscana e Lazio) colpite da una sottospecie differente del batterio. In Europa altri casi sono emersi in Francia, Spagna e Portogallo.(6) In tutti questi casi sono stati messi in pratica i piani europei per gestire la Xylella.

I rimedi

Non esistono cure in grado di eliminare la xylella dalle piante infette.(7) Alcuni trattamenti studiati possono solo attenuare i sintomi più gravi della malattia, che comunque continuerebbe a diffondersi. Per questo motivo l’Unione Europea ha predisposto due piani per gestire i casi in cui si presenta il batterio:

  • Eradicazione: Per eliminare il batterio bisogna delimitare la zona in cui è presente e rimuovere sia le piante contaminate che quelle sane (della stessa specie di quelle infette). Poi si deve creare una zona cuscinetto in cui impedire la diffusione attraverso controlli e interventi per eliminare gli insetti vettori. 
  • Contenimento: Per contenere la Xylella, qualora sia ormai impossibile eliminarla, si deve delimitare la zona infetta, in cui rimuovere le piante contaminate (ma non quelle sane) e una zona cuscinetto in cui predisporre controlli e interventi per contrastare gli insetti vettori. Oggi il piano di contenimento è in atto in Puglia, in Corsica e nelle isole Baleari.
IL PAESAGGIO PRIMA E DOPO L’ARRIVO DELLA XYLELLA IN PUGLIA

FONTI

  1. Guidelines – Xylella fastidiosa in olive-growing areas – Linee guida della Fao
  2. Introduction of a pathogen to olive trees in Italy – Ricerca di CNR e altri
  3. Piano di emergenza nazionale per il contrasto di Xylella fastidiosa – Gazzetta Ufficiale
  4. Role of the anthropogenic landscape on the distribution of Xylella – Ricerca di CREA
  5. Xyella: infettato il 40% della Puglia, addio a 21 mln di ulivi – Articolo di Coldiretti
  6. Latest Developments of Xylella fastidiosa in the EU territory – Commissione Europea
  7. Xylella Fastidiosa – Scheda della Commissione Europea