Il simbolo di Ladispoli è in pericolo a causa dell’avanzata del mare. Oggi è difeso da barriere, ma la spiaggia continua ad arretrare

Vanta un mezzo millennio di storia, ma a guardarla nessuno scommetterebbe che possa durare ancora molto a lungo. Perché quello che resta di Torre Flavia, un monumento simbolo di Ladispoli, in provincia di Roma, sono solo ruderi in equilibrio precario. Nell’ultimo secolo infatti ha dovuto fronteggiare un nemico ben difficile da neutralizzare: il mare, che avanza in modo progressivo e inesorabile. E pensare che, quando nacque, era lei che doveva proteggerci dalle insidie che arrivavano dal Tirreno. Ripercorriamo la sua storia fino ai giorni nostri.
L’origine di Torre Flavia
Era il XVI secolo quando lo stato pontificio decise di erigere una serie di fortificazioni nel litorale tra Terracina e Porto Ercole. L’obiettivo era quello di avvistare l’eventuale arrivo di pirati o imbarcazioni nemiche. Tra queste fortificazioni c’era anche Torre Flavia, fatta costruire dal cardinale Flavio Orsini (da cui prende il nome). La costruzione ha resistito in perfette condizioni fino al XX secolo.
L’avanzata del mare
Negli anni Quaranta comincia l’agonia. Innanzitutto viene colpita dalle cannonate dei tedeschi durante la seconda guerra mondiale, che ne demoliscono i due piani superiori. Ma i problemi ancora più seri arrivano dalla parte opposta, dal mare, che avanza verso l’entroterra, in modo inesorabile. Intorno alla metà del secolo precedente le onde iniziano a lambire la torre. Poi, col passare degli anni, l’acqua continua a incunearsi verso la terraferma, inghiottendo i resti del monumento. Tra gli anni Sessanta e Settanta la torre dista ormai 80 metri da riva, l’acqua danneggia le fondamenta e i muri si sgretolano.
Al lavoro per salvare Torre Flavia
Negli anni successivi si cerca di porre rimedio, sulla spinta anche di numerose iniziative dei cittadini per promuovere la salvaguardia del monumento tanto amato. Attraverso scogli e ripascimenti artificiali si crea, in più riprese, una lingua di sabbia che si insinua dentro il mare a difesa dell’antico baluardo. In questo momento, quindi, la Torre Flavia poggia nuovamente sulla terraferma, ma è praticamente circondata dal mare. E quando ci sono le mareggiate, in particolare in inverno, le onde superano le protezioni e continuano a minacciare la sua stabilità, orma precaria.
Futuro incerto
D’altra parte l’obiettivo di preservare il più a lungo possibile il monumento è molto arduo. Il tratto laziale del mar Tirreno è uno dei più colpiti in Italia dall’erosione costiera, che divora costantemente pezzi di arenile, facendo dannare gli operatori del turismo balneare. Sono ormai consuetudinarie, infatti, le mareggiate che devastano Fregene, Anzio o Tarquinia. Ma il problema non è solo quello attuale, ma anche quello futuro: il livello del mare è destinato a crescere a causa del riscaldamento globale ed entro la fine del secolo potrebbe aumentare di alcuni decimetri, fino ad un metro, nelle ipotesi peggiori. L’antico baluardo, che ha resistito alle cannonate dei tedeschi, potrebbe non reggere i colpi inferti dal cambiamento climatico.
CREDIT
Le fotografie storiche di Torre Flavia usate nel video sono tratte dal sito www.monumentoditorreflavia.it, previa autorizzazione dei gestori