Polizia, esercito e vigili del fuoco all’opera, insieme ai cittadini, per far ripartire la città dopo la tromba d’aria. Cesano e Ladispoli contano i danni

Tetti scoperchiati, tegole sparate come proiettili, alberi sradicati e strade martoriate. È uno scenario devastante quello lasciato da un tornado che il 6 novembre del 2016 ha sconvolto Cesano, qualche decina di chilometri a Nord di Roma
La tromba d’aria è nata in mare, vicino a Ladispoli. Ha fatto un percorso di una quarantina di chilometri verso l’entroterra, accompagnato da una tempesta e venti che hanno raggiunto la velocità di 200 chilometri orari.
Le cittadine principali che ha toccato sono la stessa Ladispoli e Cesano. Proprio in questi due paesi ci sono state le due vittime: nella città balneare un giovane è stato colpito da parti di un cornicione crollato, mentre a Cesano un militare in pensione è rimasto schiacciato sotto un albero.
Ci sono stati anche una ventina di feriti e danni difficili da quantificare. Il tornado ha gravemente danneggiato le abitazioni e divelto, in particolare, numerosi tetti. Diversi alberi, anche di grandi dimensioni, sono stati sradicati e sono caduti addosso alle abitazioni o alle macchine. Alcune autovetture sono state letteralmente spostate e ribaltate dal vento.
Dopo il tornado le strade di Cesano sono apparse martoriate. Difficile anche solo camminare a causa dei detriti di varia natura (tegole, vetri, rami e tanto altro) e delle piante abbattute. Per ripristinare le minime condizioni di vivibilità sono dovuti intervenire polizia, esercito e vigili del fuoco.
I tornado, come tutti i fenomeni meteorologici estremi, sono un segno dei nostri tempi moderni, caratterizzati dal cambiamento climatico. Uno studio di Cnr ed Enea del 2017 rivela che è “sempre più probabile il verificarsi di trombe marine e tornado intensi nei mari italiani a causa dell’innalzamento della temperatura superficiale dell’acqua dovuta al riscaldamento globale“.