Dall’incendio del contestato Tmb Salario si alza un’alta colonna di fumo, ricco di diossina, diretta verso Roma

Una densa nube di fumo si alza e si dirige verso il centro della città di Roma. Proprio da dove arrivavano le tonnellate di immondizia che stanno bruciando. Una specie di contrappasso, l’incendio dell’impianto di rifiuti noto come Tmb Salario, avvenuto l’11/12/2018. Una vicenda che ha sconvolto la vita di migliaia di persone, fino all’eclatante epilogo.
Il Tmb Salario
L’impianto si trova in via Salaria 981 (periferia Nord di Roma) ed è di proprietà dell’Ama, l’azienda municipalizzata che si occupa dei rifiuti della capitale. Il suo compito principale è il trattamento biomeccanico (da cui termine TMB): si estraggono i materiali riciclabili e si separa l’umido dal secco. Poi con l’umido si produce la frazione organica stabilizzata (usata in genere per coprire le discariche), mentre col secco si crea combustibile derivato da rifiuti (utilizzato da inceneritori e termovalorizzatori).
Troppi rifiuti
Il Tmb Salario entra in funzione nel 2011. E subito nascono i problemi. Anche perché, in seguito alla chiusura della storica discarica di Malagrotta, si ritrova a trattare più rifiuti del previsto, almeno 500 tonnellate al giorno. Una situazione sempre più difficile da gestire. Nel perimetro dell’impianto finiscono con lo stazionare diverse migliaia di tonnellate di rifiuti, in attesa del trattamento. Si crea così, inevitabilmente, un odore sgradevole che si diffonde nelle vicinanze.
Fidene e Villa Spada nauseate
Un fatto che va inevitabilmente a scontrarsi col problema logistico originario del Tmb Salario: l’impianto si trova in piena città. Le case più vicine distano meno di 100 metri. A 150 metri, invece, c’è un asilo. Gli abitanti dei quartieri di Villa Spada e Fidene sono praticamente costretti a vivere tenendo le finestre chiuse. Molti di loro lamentano, oltre l’odore nauseabondo, anche emicranie e arrossamenti agli occhi. Si creano comitati di protesta e si fanno manifestazioni che bloccano la circolazione di via Salaria.
L’incendio del Tmb Salario
Tutto questo fino all’11-12-2018: alle 4 e mezza del mattino scoppia un enorme incendio. A prendere fuoco è proprio il capannone principale, di oltre 2000 metri. Tonnellate di rifiuti in fiamme. Si alza un immensa colonna nera di fumo e il vento la spinge verso il centro di Roma. Scatta subito l’allarme per l’inquinamento atmosferico. Il Campidoglio invita a “chiudere le finestre laddove si percepisce odore, ma soprattutto evitare attività all’aria aperta ed evitare di consumare prodotti colti nell’area circostante all’incendio”.
Rischio diossina
L’incendio impegna oltre 40 vigili del fuoco e viene domato nel giro di qualche ora. Il livello di diossine nell’aria, secondo l‘indagine di Arpa Lazio, nei giorni successivi supererà di 60 volte il limite previsto dalla legge. Per poi abbassarsi grazie all’aiuto delle piogge. L’impianto Tmb Salario non entrerà più in funzione, per la gioia degli abitanti di Villa Spada e Fidene. Si aggraverà, invece, il problema dello smaltimento dei rifiuti della capitale.