Come mai Venezia, Ravenna e ampie fette di territorio sprofondano? Ecco una guida per comprendere il fenomeno della subsidenza

Ampie fette di territorio, in Italia, sta sprofondando. Di qualche millimetro all’anno, a volte centimetri. In modo quasi impercettibile. Ma quando si vive a ridosso del mare, come Venezia ad esempio, un centimetro in più o in meno fa molta differenza. La causa di questo sprofondamento è la subsidenza, un fenomeno fortemente condizionato dalle attività umane. In questa guida ci sono tutti i principali elementi per comprendere facilmente il significato della subsidenza nel mondo moderno.
Che cos’è la subsidenza
La subsidenza consiste nell’abbassamento della superficie terrestre. È un fenomeno che può essere innescato sia da cause naturali che antropiche (legate alle attività umane).
Le cause naturali
La subsidenza dipende dall’assestamento del crosta terrestre, causato dai movimenti tettonici, dalla compattazione di sedimenti instabili, dagli spostamenti di liquidi e magma sotterranei, dai nuovi equilibri geologici dopo scosse di terremoto o eruzioni vulcaniche. La subsidenza naturale è lenta: il suolo si può abbassare di circa un millimetro all’anno. Un movimento impercettibile, che diventa evidente nel corso di secoli o millenni. Almeno finché non entra in gioco l’intervento umano.
Le cause antropiche
- Prelievo di acqua – Gli uomini estraggono acqua dal sottosuolo per scopi agricoli, urbani o industriali. La mancanza di acqua sotterranea, però, riduce la pressione sugli strati della falda e i sedimenti possono abbassarsi per riempire il vuoto lasciato dall’estrazione. È questa la principale causa artificiale della subsidenza in tutto il mondo. Il prelievo di acqua, nel secolo scorso, ha accelerato l’abbassamento di Venezia.
- Prelievo di idrocarburi – Lo stesso meccanismo avviene quando si estrae dal sottosuolo il gas o il petrolio, utilizzati per produrre energia. L’estrazione di gas vicino alla costa, ad esempio, ha contribuito alla subsidenza della riviera in provincia di Ravenna.
- Bonifiche – Quando si bonificano delle zone umide, il suolo si asciuga e si comprime, perde volume. Questo comporta un abbassamento del terreno. È quello che è successo, ad esempio, nella pianura Pontina.
- Miniere – L’estrazione di minerali dal sottosuolo crea dei vuoti sotterranei che possono essere pericolosi. Il suolo può adagiarsi per riempire quegli spazi e può farlo lentamente, nel corso degli anni, ma anche rapidamente, con crolli improvvisi.
- Urbanizzazione – Costruire edifici può provocare o accelerare la compattazione dei sedimenti su cui poggiano. Può diventare un aggravante quando si costruisce troppo in zone già sotto stress a causa della subsidenza, spesso vicino al mare.
Le conseguenze dalla subsidenza
Le cause antropiche possono accelerare una subsidenza naturale già in atto, oppure innescarla ex novo. La cosa grave è la velocità: l’abbassamento naturale si aggira intorno al millimetro all’anno, mentre quello causato da attività umane può raggiungere anche diversi centimetri all’anno. Una subsidenza di questo genere può causare danni strutturali nelle costruzioni urbane e aumenta il rischio di inondazioni (che possono arrivare sia dal mare che dai fiumi). A livello geologico, invece, l’abbassamento originato dall’estrazione di acqua comporta una riduzione della capacità futura di stoccaggio della falda. Un fatto ancora più grave considerando che sono movimenti irreversibili.
La situazione in Italia
Il fenomeno della subsidenza coinvolge il 14% dei comuni italiani.(1) Le regioni più esposte sono l’Emilia Romagna e il Veneto: oltre la metà dei loro comuni manifestano problemi.(1) Considerando la penisola nel suo insieme, i fenomeni più rilevanti avvengono lungo le fasce costiere. Particolarmente grave la situazione nella parte settentrionale dell’Adriatico, dove oltre 200 chilometri di fasce costiere si trovano al di sotto del livello del mare o al di sopra di appena qualche centimetro (compresi i due casi italiani più celebri, Venezia e Ravenna). In queste zone anche dei lievissimi abbassamenti possono aumentare in modo importante il rischio di inondazioni.(2)
Come fermare la subsidenza
L’arma più importante è la conoscenza. I fenomeni più gravi (Ravenna e Venezia, ad esempio) dipendono in gran parte dal prelievo di acqua e gas sotterranei, iniziati dal secondo dopoguerra, quando la subsidenza non era un problema preso in considerazione. Una volta notato l’abbassamento, si è iniziato a valutare le conseguenze delle estrazioni di fluidi dal sottosuolo. Dagli anni ’80 diverse leggi hanno cominciato a regolamentare questi prelievi e la situazione è migliorata. Meno male, perché le previsioni per il futuro non sono rosee.
Che cosa si prevede per il futuro
Purtroppo, come detto, la subsidenza è irreversibile. Gli abbassamenti che si sono creati possono diventare ancora più gravi in futuro, a causa del previsto innalzamento del livello del mare. Un altro aspetto grave, invece, dipende da altri due trend in atto: l’aumento della popolazione e l’inasprirsi della siccità potrebbero aumentare la necessità di prelievo delle acque sotterranee. Un fatto grave, considerando che in molte parti del mondo la subsidenza non è sempre presa in considerazione.
Torre di Pisa: la vittima illustre della subsidenza
Durante la costruzione della Torre di Pisa, nel XII secolo, il terreno cedette a causa della sua plasticità (dovuto in particolare alla presenza di argilla). Questo cedimento causò la pendenza fin dalla sua creazione. Nel XIX secolo, però, la situazione peggiorò. Fu infatti scoperta la presenza di molta acqua nel sottosuolo, che fu considerata la causa dell’instabilità della torre. Allora si decise di prelevarla, scatenando, però, la subsidenza: l’abbassamento del suolo aggravò la pendenza.
FONTI
- Comuni interessati da subsidenza – Annuario dei dati ambientali di Ispra
- Subsidenza: una mappatura globale – Ricerca del Cnr