Due specie di pappagalli (il parrocchetto dal collare e il parrocchetto monaco) sempre più numerosi nella capitale, ma anche in altre città. Come mai?

Fino a pochi anni fa i parrocchetti erano una colorata novità, capitava di vedere questi pappagalli verdi nei parchi di Roma. Oggi, invece, sono parte integrante della fauna italiana, presenti in molte città pugliesi, ma anche a Firenze e a Milano. E pensare che erano destinati a essere degli animali esotici da compagnia. Come mai, invece, adesso li vediamo volare liberi, sempre più numerosi, nei cieli delle nostre città? Partiamo dall’inizio
Da dove arrivano?
Sono due le specie di pappagalli che si stanno diffondendo nelle nostre città:
- Parrocchetto dal collare: è grande 40 centimetri, di colore verde (i maschi hanno un anello nero e rosa intorno al collo) ed è originario dell’Africa e dell’India
- Parrocchetto monaco: è grande 30 centimetri, di colore verde col petto giallo chiaro, è originario del Sudamerica
Come mai i parrocchetti sono in Italia?
Nella seconda metà del secolo scorso i parrocchetti si sono diffusi in Europa e negli Stati Uniti come animali da compagnia. Poi qualche esemplare si è ritrovato libero, principalmente per due motivi: o è scappato da gabbie e voliere, o è stato rilasciato volontariamente dai proprietari o da commercianti illegali, per evitare sanzioni. Una volta conquistata la libertà, i pappagalli non si sono persi d’animo, anzi. Non solo sono sopravvissuti, ma hanno iniziato a diffondersi nei parchi e nei viali alberati delle nostre città. Le colonie più numerose sono a Roma, ma ormai sono stati avvistati in tutto il paese, da Palermo a Bolzano.
Come hanno fatto ad adattarsi a Roma?
Il clima italiano è diventato sempre più favorevole per i parrocchetti: la temperatura si alzata e gli inverni sono meno rigidi. Nelle nostre città, inoltre, non hanno antagonisti, eccezion fatta per qualche sporadico falco. E il cibo, per loro, di certo non manca: a Roma, come in tante altre città, ci sono numerosi parchi (ma anche giardini privati e terrazzi), con una numerosa varietà di vegetazione, che offre ai parrocchetti semi e piccoli frutti tutto l’anno. Questi tre fattori (cambiamento climatico, cibo e mancanza di antagonisti) hanno consentito una rapida diffusione di questi pappagalli.
La diffusione dei parrocchetti ha causato problemi?
Le conseguenze del proliferare dei parrocchetti si possono notare sia per quanto riguarda la natura che l’uomo.
- Conseguenze sull’ecosistema – L’instaurarsi di una nuova specie aliena influisce inevitabilmente sugli spazi e sul cibo delle specie autoctone. I parrocchetti dal collare, ad esempio, nidificano nelle cavità degli alberi, “sfrattando” picchi e rapaci notturni. È normale che l’ecosistema debba ora trovare un nuovo equilibrio
- Conseguenze per l’uomo – I parrocchetti monaci fanno nidi molto grandi sui tronchi, pesanti anche un centinaio di chili, che diventerebbero pericolosi in caso di caduta. Inoltre alcuni nidi sono vicini alle case, i pappagallini sono molto rumorosi e aumentano il guano. Infine potrebbero diventare un problema se si avvicinassero alle coltivazioni agricole. Ma per ora i parrocchetti preferiscono le città
Ci sono rimedi per limitare la loro diffusione?
In Europa i parrocchetti sono considerati una specie esotica invasiva. Per questo motivo sono tenuti sotto osservazione. Però non rientrano nella lista delle specie esotiche di rilevanza unionale: un elenco di animali e piante che provocano danni irreparabili nel nuovo ecosistema in cui si instaurano. Per questo motivo, al momento, in Italia non ci sono misure per ridurre o contrastare la diffusione dei parrocchetti. Sembra, quindi, che ci abitueremo alla presenza sempre più numerosa di questi pappagalli verdi nei nostri parchi urbani.