Stiamo impoverendo il pianeta e le generazioni future. Ecco una guida per comprendere facilmente il significato dell’Overshoot day

Stiamo impoverendo la Terra. Sempre di più, di anno in anno. Questo ci dice l’Earth Overshoot Day: ovvero il giorno il cui esauriamo le risorse annuali che il pianeta ci mette a disposizione. Dopo quel giorno dobbiamo attingere alle risorse del passato e a quelle del futuro. Finché sarà possibile: andare avanti di questo passo, infatti, è insostenibile. In questa guida ci sono tutte le nozioni basilari per comprendere, in modo semplice, il significato dell’Overshoot day e le sue implicazioni.
Che cos’è l’overshoot day
L’overshoot day indica il giorno in cui gli uomini hanno consumato tutte le risorse naturali che il pianeta è in grado di generare in un anno. Nel 2023 è avvenuto il 2 agosto. Questo significa che per cinque mesi, dopo quel giorno, l’umanità usufruisce di cibo e altri servizi che la natura non è in grado di rigenerare. L’ambiente infatti produce una quantità finita di risorse.
Le risorse naturali
Le risorse naturali sono l’insieme di prodotti e servizi necessari per nostra esistenza. Sono di diverso tipo. C’è innanzitutto la terra, sulla quale costruiamo strade e case, alleviamo bestiame, oppure coltiviamo il cibo o le fibre (come il cotone, necessario per fabbricare vestiti). Anche il mare ci garantisce nutrimento, attraverso il pesce. Le foreste, invece, rendono l’aria utile per il genere umano, grazie alla fotosintesi clorofilliana, che trasforma l’anidride carbonica in ossigeno. Tutti questi servizi, però, non sono illimitati: ogni anno la natura è in grado di generare un determinato numero di risorse (ovvero un tot di mele, un tot di carne, un tot di cotone, un tot di legna…). La somma di queste quantità viene definita biocapacità. La biocapacità del pianeta, però, non è più sufficiente a soddisfare le esigenze umane.
L’impronta ecologica dell’uomo
Per vivere, la maggioranza degli esseri umani ha bisogno di una casa, di cibo, di acqua, di aria sana, di vestiti, di energia (elettricità e benzina). Per soddisfare tutte queste esigenze utilizziamo risorse ambientali: edifichiamo la casa su un pezzo di terreno, il cibo arriva dai campi coltivati o dagli allevamenti, per i vestiti si coltiva cotone, per l’energia si preleva petrolio, e così via. Tutti questi prelievi di risorse naturali costituiscono la nostra impronta ecologica. Per essere sostenibile, l’impronta ecologica dell’uomo deve essere soddisfatta dalla biocapacità della natura. Ma questo non avviene.
Il debito ecologico
L’impronta ecologica umana è aumentata nel corso degli anni. Per vari motivi. La popolazione mondiale è cresciuta: oggi ci sono 8 miliardi di persone, il doppio rispetto a 50 anni fa. Il tenore di vita nei paesi più sviluppati si è alzato, questo significa un maggiore consumo di risorse (per il cibo o per fabbricare vestiti e oggetti). Ma soprattutto è aumentata la necessità di energia (per far funzionare gli oggetti elettronici, le automobili…) che si ottiene bruciando combustibili fossili (gas, petrolio e carbone). Questo comporta l’immissione di anidride carbonica in atmosfera, che l’ecosistema (in particolare le foreste con la fotosintesi) non sono più in grado di assorbire. Per questi motivi, oggi, l’impronta ecologica dell’uomo supera la biocapacità della natura.
Come si calcola l’Overshoot day?
Dividendo la biocapacità per l’impronta ecologica si ottiene un coefficiente, che rappresenta la capacità della natura di soddisfare le richieste umane. Come abbiamo visto, però, nell’arco di un anno, l’ammontare del consumo umano di risorse ambientali è diventato superiore alla capacità della natura di produrle. Questo significa che il coefficiente è inferiore a uno. Moltiplicando, poi, tale coefficiente per 365 si ottiene il numero di giorni in cui la natura riesce a soddisfare le nostre esigenze. Il giorno finale è l’Overshoot day, poi c’è il sorpasso. Questa è la formula:
Overshoot day = (Biocapacità / Impronta ecologica) x 365
Vivere oltre le proprie possibilità
Per fortuna la natura è “al lavoro” da sempre, prima ancora della comparsa dell’uomo sulla Terra. Questo significa che ha creato una scorta di risorse. Solamente dal 1970 l’impronta ecologica umana è diventata superiore alla biocapacità. Quindi oggi, una volta che gli uomini hanno esaurito la quantità di risorse generate annualmente dalla natura, ovvero dopo l’Overshoot day, si attinge a quella scorta. Consideriamo la pesca, ad esempio: gli uomini consumano una quantità di pesce superiore a quella che si rigenera ogni anno in mare, attingendo alla scorta che si è creata nel corso dei secoli. Per l’anidride carbonica, invece, si rimanda il problema al futuro: immettendo in atmosfera una quantità superiore di quella in grado di essere assorbita dalle foreste, si confida nel fatto che in futuro ci siano meno immissioni. Non si consumano le scorte del passato, ma quelle di domani.
Le implicazioni dell’Overshoot day
Vivere oltre le proprie possibilità è insostenibile. L’eccessiva immissione di anidride carbonica intrappola il calore nell’atmosfera (effetto serra), causando il riscaldamento globale. Mentre attingere continuamente alle risorse ambientali, superando le capacità riproduttive della natura, significa sfruttare il pianeta. Le risorse non sono infinite. Le conseguenze della nostra impronta ecologica sono numerose: cambiamento climatico, perdita di biodiversità, consumo di suolo, inquinamento, desertificazione. Solo per citarne alcune.
Chi calcola l’Overshoot day
L’Overshoot day viene calcolato dal Global Footprint Network, un’organizzazione internazionale che sviluppa e fornisce strumenti per gestire al meglio le risorse naturali e affrontare i cambiamenti climatici. Ogni anno il 5 giugno (giornata mondiale dell’ambiente) annuncia l’Earth Overshoot Day. Tra gli strumenti che ha sviluppato, c’è anche il Footprint Calculator, che offre la possibilità di calcolare la propria impronta ecologica personale