Invasione di meduse, il mare italiano sta cambiando

Non solo Trieste, bloom di meduse sempre più frequenti. Indice di un mare che in Italia sta cambiando di anno in anno

meduse spiaggiate nella spiaggia di Cervia

Semplici e perfette. Le meduse sono animali antichissimi, esistono da milioni di anni (ben prima dell’uomo) e non sono mai cambiate. La loro resilienza è un privilegio, in un mare in continuo cambiamento a causa delle attività umane. E oggi, infatti, le meduse nel Mediterraneo sono in continua espansione. Vediamo il motivo.

Che cosa sono le meduse

Le meduse sono animali marini dalla consistenza gelatinosa. Sono a forma di campana, alla cui base si trova la bocca, circondata da tentacoli con cui si procaccia il cibo (soprattutto plancton). Questi tentacoli, però, sono anche le loro armi, in quanto rilasciano delle sostanze urticanti a scopo difensivo. Per questo motivo se si entra in contatto con una medusa si avverte un forte bruciore. Un problema, soprattutto negli ultimi anni, perché stiamo assistendo a un notevole aumento del loro numero nei mari italiani.

Le cause dell’invasione

  • Riscaldamento globale: il cambiamento climatico (causato dall’effetto serra) comporta il riscaldamento del mare (in media 0,1 gradi ogni anno). Un mare più caldo agevola la riproduzione e la crescita delle meduse
  • Pesca intensiva: i pesci in mare sono in continua diminuzione, a causa dello sovrasfruttamento degli stock ittici. Le meduse perdono così molti predatori (ad esempio i tonni), ma anche competitor per il cibo
  • Resilienza: le meduse si adattano meglio di altre specie ai moderni cambiamenti del mare causati dall’uomo: riscaldamento, acidificazione e inquinamento del mare non le ostacolano, al contrario di altre specie

Dove sono le meduse

Il numero di meduse sta aumentando. Noi ce ne rendiamo conto quando i venti e le correnti le portano vicino alle coste e si ammassano in alcuni punti specifici. In quei casi parliamo di bloom. Succede periodicamente e sempre più spesso, soprattutto nel golfo di Trieste, che si riempie di una specie chiamata “polmone di mare”, urticante ma non pericolosa. Il polmone di mare è molto presente, ormai, in tutto il mar Adriatico. Ma sono in aumento anche le cosiddette cubomeduse: famose in Australia perché rilasciano un veleno letale, ma le specie nostrane sono meno pericolose. Oltre all’Adriatico, ci sono molte segnalazioni anche nel mar Tirreno, in particolare nelle coste campane. Non sorprende. L’aumento generalizzato di meduse riguarda ormai tutto il mar Mediterraneo.

Quali sono le conseguenze

  • Ecosistema – la proliferazione di meduse colpisce direttamente i pesci già in calo (a causa della pesca), in quanto anche loro si nutrono di plancton nelle fasi iniziali della loro vita. D’altra parte sono in aumento altre specie che si nutrono di meduse, come le tartarughe e i delfini
  • Balneazione – anche se le meduse presenti in Italia non sono pericolose, la maggior parte sono comunque urticanti. Un mare con la presenza costante di meduse può diventare un problema per il settore del turismo estivo

Cosa fare (e non fare)

La stragrande maggioranza delle meduse in Italia non sono pericolose. Se si è punti, il bruciore passa nel giro di mezzora. E la cosa positiva è che la medicina migliore è già presente in grande quantità: l’acqua di mare, infatti, è in grado di diluire le sostanze urticanti. Bisogna invece evitare di utilizzare acqua dolce o altri rimedi della nonna (ad esempio l’urina). Un’altra cosa da evitare è la vendetta: uccidere o torturare le meduse è un reato

Maltrattamento di animali

Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione (da tre a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro).  
La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate ovvero li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi. 
La pena è aumentata della metà se dai fatti di cui al primo comma deriva la morte dell’animale. 

Articolo 544ter del Codice Penale