La siccità del 2017 prosciuga l’invaso di Montedoglio, il più grande lago della Toscana, formatosi con una diga sul Tevere

Il lago di Montedoglio (in provincia di Arezzo) è sorto negli anni ’80: si costruì una diga che formò una grande riserva d’acqua per regolare il flusso del Tevere. In questo modo si evita che il fiume vada sotto il flusso minimo vitale, un livello al di sotto del quale si compromette il suo equilibrio ecologico. Bene. Almeno finché non sia la sua riserva… ad andare in riserva. Com’è possibile che ciò accada? Cominciamo dall’inizio
La diga di Montedoglio
L’idea della diga nacque negli anni ’70, per rispondere a tre esigenze:
- Fornire acqua potabile ad alcuni paesi appenninici in provincia di Arezzo, Terni, Perugia e Siena;
- Fornire acqua per irrigare i terreni nello stesso comprensorio;
- Regolare, il flusso vitale del Tevere, evitando secche estive.
Si progettò quindi una diga per bloccare l’acqua dello stesso fiume a Montedoglio. Si evacuarono le abitazioni Madonnuccia, che diventò il “paese sommerso”. I lavori di costruzione iniziarono nel 1977 e terminarono nel 1993, mentre il riempimento dell’invaso iniziò nel 1990. A pieno regime il lago può contenere fino a circa 150 milioni di metri cubi d’acqua. Oggi in realtà ne contiene meno, circa 130 milioni, perché essendo un lago che si è formato da poco, il suo terreno deve ancora consolidarsi.
La siccità prosciuga il lago di Montedoglio
Nel 2017, però, l’invaso è arrivato a contenere neanche la metà della sua capacità odierna. La situazione di crisi idrica era più che evidente, bastava osservare i segni lasciati dall’acqua sulle pareti rocciose, parecchi metri sopra il livello dell’acqua in quel momento. Ma soprattutto si erano formate ampie zone aride: proprio lì dove fino a qualche mese prima c’era l’acqua, il terreno era diventato secco e si erano formate crepe. Il motivo risale nell’eccezionale siccità di quell’anno: il 2017 è stato l’anno più secco degli ultimi due secoli, come evidenzia una nota del Cnr (Consiglio Nazionale delle Ricerche). Un segno evidente del cambiamento climatico della nostra epoca.
Un aiuto al Trasimeno
Un grosso problema, dal momento che il lago di Montedoglio in futuro potrebbe avere anche una altro compito: c’è infatti il progetto di far giungere la sua acqua fino al lago di Trasimeno, in crisi idrica da decenni. Insomma l’invaso potrebbe diventare un serbatoio sia per il principale fiume che per il principale lago dell’Italia centrale. Una zona in cui gli specchi d’acqua vanno in crisi idrica sempre più spesso. Un esempio è il lago Albano, a Castel Gandolfo, che ha visto la sua superficie ridursi notevolmente rispetto al 1960, quando ospitò le gare olimpiche.