L’inquinamento atmosferico: cause e conseguenze

Perché l’aria è avvelenata? Cosa rischiamo? Quali sono i rimedi? Ecco una scheda per sapere tutto sull’inquinamento atmosferico

Che cosa si intende per inquinamento atmosferico?

L’inquinamento atmosferico consiste nella presenza di alcune sostanze nocive che compromettono la naturale composizione chimica dell’atmosfera. Questo significa che quando respiriamo, insieme all’aria inaliamo anche delle sostanze estranee, dannose per la nostra salute. L’inquinamento atmosferico rappresenta il pericolo ambientale più grave per l’essere umano. Ma i danni si ripercuotono anche sugli animali, sulla vegetazione e sull’ambiente in generale.

Perché c’è l’inquinamento atmosferico?

La causa principale dell’inquinamento atmosferico è l’immissione di gas e altre sostanze nocive che si originano dai combustibili fossili. L’uomo infatti brucia petrolio, gas e carbone (o loro derivati, come la benzina) per trarre l’energia utile per svariate funzioni: l’elettricità, il riscaldamento, il trasporto (auto, navi, aerei..). Quando bruciano, i combustibili fossili emettono dei fumi con le sostanze inquinanti che finiscono nell’atmosfera. Questo è il motivo principale per cui l’aria diventa dannosa per la nostra salute. Entrando più nello specifico, poi si possono suddividere le principali attività umane che causano l’inquinamento atmosferico, e anche alcune fonti naturali (che comunque incidono in misura minore).

Quali sono le principali fonti antropiche?

  • Trasporto: La maggior parte degli autoveicoli sono ancora alimentati con benzina e gasolio, due combustibili derivati dal petrolio. Dai tubi di scarico escono vari gas che inquinano tutte le grandi città.
  • Riscaldamento: Il metodo più diffuso per generare calore è quello di bruciare un combustibile fossile (soprattutto il gas) in una caldaia che poi trasferisce il calore negli edifici. La combustione, però, provoca dei fumi inquinanti che escono dalla caldaia. Anche il riscaldamento a legna contribuisce all’inquinamento atmosferico.
  • Industrie: Le industrie immettono in atmosfera grandi quantità e varietà di gas contaminanti, in base al settore di lavorazione (le industrie chimiche e metallurgiche sono tra le più inquinanti). Inoltre le fabbriche necessitano di grandi quantità di energia, che viene creata bruciando combustibili fossili

Quali sono le principali fonti naturali?

  • Sabbia: Le polveri di origine desertica (in particolare quelle del Sahara), possono sollevarsi ed essere trasportate per lunghe distanze dal vento. Diventano particelle sospese inquinanti, molto rilevanti nell’area del Mediterraneo.
  • Vulcani: Le eruzioni emettono gas e ceneri che possono rendere l’aria molto inquinata, anche se in modo più localizzato 
  • Particelle biologiche: Pollini, batteri e virus possono rendere pericolosa l’aria che respiriamo. I pollini, che provocano allergie, sono presenti soprattutto nel periodo primaverile

Quali sono i principali inquinanti atmosferici?

Innumerevoli tipi di gas, polveri e particelle contaminano l’atmosfera, cambiando la naturale composizione dell’aria che respiriamo. I contaminanti che destano più preoccupazione, per la loro elevata diffusione e pericolosità, e che per questo vengono monitorati e regolamentati (la loro concentrazione deve restare sotto determinate soglie) sono i seguenti:

  • Polveri sottili: Sono particelle solide o liquide sospese in aria, di varia natura. Sono suddivisi in base alla loro dimensione: ci sono i PM10 (i più voluminosi) e i PM2,5 (i meno voluminosi). Più sono piccoli, più sono in grado di penetrare all’interno dell’organismo umano. Le polveri sottili sono considerate il contaminante più pericoloso per la salute. Le fonti principali sono il traffico veicolare e il riscaldamento (anche a legna). 
  • Ozono: è un contaminante secondario, poiché non è emesso direttamente ma si forma da reazioni chimiche generate da alcuni gas (come gli ossidi di azoto o il metano) a contatto con i raggi solari. È irritante per gli occhi e le vie respiratorie, risulta dannoso anche per la vegetazione. L’inquinante viene spesso definito “ozono troposferico”, per non confonderlo con lo strato dell’ozono naturale, che si trova molto più in alto e ha un ruolo utile e determinante per la vita terrestre.
  • Biossido d’azoto: è un gas tossico, dall’odore pungente, molto irritante. Si forma in seguito a reazioni chimiche del monossido di azoto, immesso in atmosfera soprattutto dal traffico veicolare e dalle industrie. È un precursore di altri inquinanti secondari, come l’ozono, ed è dannoso anche per l’ambiente in quanto provoca le piogge acide e l’eutrofizzazione dell’acqua.

Dove si concentra l’inquinamento atmosferico?

I punti di maggiore concentrazione di inquinanti atmosferici sono le grandi città, perché ci sono molte auto in circolazione e molti edifici da riscaldare. La situazione peggiora in inverno, sia perché gli impianti di riscaldamento sono attivi, sia perché si verifica il fenomeno di inversione termica (la temperatura è più fredda al suolo) che blocca il movimento verso l’alto dell’aria calda. In estate, invece, il sole riscalda il suolo, l’aria calda sale e le sostanze inquinanti si diluiscono. Le condizioni atmosferiche, infatti, sono importanti: vento e piogge disperdono i contaminanti. Sono sfavorite, quindi, quelle zone in cui il vento è bloccato da barriere, sia artificiali (strade circondate da grossi edifici) che naturali (vallate tra alte montagne).

Quali sono i luoghi più inquinati?

Le conseguenze peggiori si registrano nei paesi del sud-est asiatico.(1) Ma la gravità dell’inquinamento atmosferico è diffusa. L’Organizzazione Mondiale della Sanità denuncia che la quasi totalità della popolazione mondiale (99%) vive in luoghi dove i livelli dei gas contaminanti nell’aria sono nocivi.(1) In Europa il luogo peggiore è la Pianura padana,(4) a causa della concomitanza di fattori negativi: molte città densamente abitate, molte fabbriche e la presenza di barriere naturali (Alpi e Appennini) che favoriscono il ristagno degli elementi inquinanti.

Quali sono le conseguenze per la salute?

L’inquinamento atmosferico è considerato il più grave rischio ambientale per la salute umana. Le conseguenze più diffuse sono le irritazioni nelle vie respiratorie e l’asma. I danni più gravi sono le patologie cardiache, il tumore ai polmoni e la morte. Nel mondo oltre 4 milioni di morti premature sono riconducibili alla cattiva qualità dell’aria.(1) Gli inquinanti in assoluto più pericolosi per la salute sono le polveri sottili.

Quali sono le conseguenze per l’ambiente?

L’ozono ostacola la fotosintesi e la crescita della vegetazione, danneggiando, in questo modo, anche i raccolti agricoli. Gli ossidi di azoto che si depositano nelle superfici d’acqua portano un eccesso di nutrienti: le conseguenze sono l’aumento di alghe e la diminuzione dell’ossigeno, che può causare la morte di molti pesci. Il biossido di azoto modifica la composizione del suolo e dell’acqua superficiale, dove agevola il fenomeno dell’acidificazione, che causa gravi problemi per tutto l’ecosistema marino.

Quali sono i rimedi per ridurre l’inquinamento?

I principali contaminanti, in particolare le polveri sottili, vengono costantemente monitorati. Quando superano i livelli di sicurezza, generalmente vengono imposte delle limitazioni del traffico (targhe alterne, domeniche ecologiche…). I motori delle automobili sono diventati sempre meno inquinanti, anche se la chiave di svolta sarebbe il passaggio di massa alle automobili elettriche. Le industrie, che devono rispettare limiti di emissioni di inquinanti, dovrebbero sorgere distanti dai centri abitati. Anche il comportamento individuale aiuta: buone pratiche sono quelle di prediligere biciclette o mezzi pubblici per spostarsi e limitare il riscaldamento della propria abitazione. Ma l’obiettivo principale, che ridurrebbe drasticamente l’inquinamento, è il passaggio dai combustibili fossili alle fonti di energia rinnovabile (eolica, solare e idrica). Un obiettivo necessario anche per ridurre l’effetto serra.

Che legame c’è tra inquinamento e cambiamento climatico?

Il cambiamento climatico è provocato dall’immissione in atmosfera di alcuni gas, in particolare l’anidride carbonica, che non è dannosa per la salute, ma provoca l’effetto serra (il calore resta intrappolato vicino alla superficie terrestre). Le fonti di emissioni di anidride carbonica e degli inquinanti atmosferici (in particolare le polveri sottili) sono pressoché le stesse, poiché scaturiscono principalmente dalla combustione di petrolio, gas e carbone per produrre energia. La buona notizia, quindi, è che anche la soluzione sarebbe la stessa: la transizione energetica, ovvero il passaggio dai combustibili fossili alle fonti rinnovabili aiuterebbe a ridurre sia l’effetto serra che l’inquinamento.

FONTI

  1. Ambient air pollution – Organizzazione mondiale della sanità
  2. Air quality in Europe – Agenzia ambientale europea
  3. Annuario dei dati ambientali – ISPRA
  4. Transizione ecologica aperta – ISPRA