Anche in Italia l’avanzata dell’acqua fa paura. Ecco una guida per capire cause e conseguenze dell’innalzamento del mare

Fino a qualche anno fa l’innalzamento del livello del mare era di un millimetro all’anno. Ora sono tre. Ma salirà più velocemente nei prossimi anni. Perché la risposta del mare ai cambiamenti climatici è più lenta, ma inesorabile. Come mai si sta alzando? Dobbiamo preoccuparci anche in Italia? In questa guida ci sono tutti gli elementi per comprendere questo fenomeno: le cause, le conseguenze e le soluzioni
Che cos’è l’innalzamento del livello del mare?
L’innalzamento del livello del mare consiste nell’espansione della sua superficie, che può coprire porzioni maggiori dei terraferma. Nel corso della storia della Terra, il livello medio del mare ha subito notevoli cambiamenti (ad esempio nelle ere glaciali gli oceani erano più bassi di un centinaio di metri rispetto ad oggi). Negli ultimi duemila anni, però, c’è stata una relativa stabilità. Fino al 1850. Poi il livello del mare ha iniziato a crescere. All’inizio lentamente. Ma il tasso di questo innalzamento è in crescita.
Perché il livello del mare si sta alzando?
Il moderno innalzamento del livello è dovuto ai cambiamenti climatici innescati dall’uomo, in seguito all’immissione di gas serra in atmosfera. Le cause principali sono quattro:
- Espansione termica – Il mare è sempre più caldo. La risposta fisica dell’acqua all’aumento della sua temperatura è l’espansione della propria superficie.
- Fusione dei ghiacciai – Fino al secolo scorso le quantità di neve caduta d’inverno e di acqua persa dai ghiacciai in estate si equivalevano. Oggi la quantità di acqua persa è maggiore, e questa finisce in mare
- Fusione delle calotte glaciali: così come i ghiacciai sparsi per il mondo, anche le calotte glaciali ai due poli stanno fondendo, a una velocità sempre maggiore.
- Ciclo dell’acqua: l’acqua evapora dal mare, ricade in superficie come acqua o neve, in parte filtra nelle falde e in parte torna in mare. Questo ciclo subisce variazioni: ad esempio se c’è più siccità, seguita da acquazzoni, l’acqua torna più velocemente in mare
Nel periodo dal 1971 al 2018, metà dell’innalzamento era dovuto all’espansione termica, il 22% alla fusione dei ghiacciai, il 20% alle calotte glaciali e l’8% alla variazione del ciclo dell’acqua.(1) Negli ultimi anni la fusione dei ghiacciai e delle calotte glaciali stanno diventando sempre più determinanti.(1)
Com’è la situazione odierna?
Dal 1901 al 2018 l’innalzamento del livello medio del mare è stato di circa 20 centimetri.(1) La crescita è stata così lenta perché ci vuole molto tempo per scaldare le acque profonde degli oceani. Ma la situazione è in continua evoluzione. Basti pensare al tasso di crescita: dal 1901 al 1971 l’innalzamento era di un millimetro all’anno; dal 1971 al 2006 si è passati a 1,9 millimetri all’anno; dal 2006 il mare cresce al ritmo di 3,7 millimetri annui.(1) Il problema è che il riscaldamento e la fusione dei ghiacci sono in continua progressione. Il mare continuerà a salire per secoli
Quanto salirà il mare in futuro?
L’innalzamento del livello del mare in futuro dipende anche dalla quantità di immissioni di anidride carbonica in atmosfera. Si stima che entro il 2100 il mare possa crescere da un minimo di 30 centimetri (nel caso di emissioni bassissime) fino a un metro (nel caso di elevate emissioni).(1) Ma non si possono escludere anche scenari peggiori (2 metri entro il 2100), soprattutto in caso di una accelerazione della fusione delle calotte glaciali.(1)
Quali sono le conseguenze dell’innalzamento dei mari?
Alcuni stati insulari (come le Maldive) rischiano di essere letteralmente sommersi. Ma ci sono anche molti altri territori abitati che rischiano inondazioni sempre più frequenti. Per questo motivo si prevede che aumenterà il numero dei migranti climatici. L’innalzamento del livello dei mari, poi, accentua il fenomeno dell’erosione delle coste, che porta via porzioni di spiagge. Aumentano anche le conseguenze delle mareggiate, che si insinuano di più nell’entroterra, danneggiando edifici e infrastrutture. La risalita del mare causa la salinizzazione delle falde vicino alla costa, creando problemi sia per la vegetazione spontanea che per le coltivazioni. Molte zone umide, a ridosso del mare, rischiano di scomparire.
Dove si manifesta maggiormente l’aumento del livello del mare?
Il problema dell’innalzamento del livello del mare riguarda le coste di tutto il pianeta, ma non in ugual misura. Ci sono delle differenze, dovute alle correnti, ai venti e all’attrazione gravitazionale dei ghiacci. In Asia e nella costa orientale degli Stati Uniti ci sono i territori in cui si prevede un maggior innalzamento dell’oceano. In particolare, a causa dell’estrema vulnerabilità, sono sotto osservazione alcuni stati insulari: Caraibi, Maldive, Tuvalu e Isole Marshal sono nazioni in cui l’evacuazione degli abitanti è presa seriamente in considerazione
Cosa si rischia in Italia?
In Italia per ora non ci sono evidenti conseguenze per l’innalzamento del mare. Le acque alte che sommergono Venezia, ad esempio, sono più che altro dovute a correnti, venti e subsidenza. Ma non per questo si deve stare tranquilli. Essendo una penisola con oltre 8mila chilometri di coste, i rischi che può correre il nostro paese sono molto seri. In uno studio l’Enea ha contato oltre trenta territori in cui ci possono essere gravi danni per l’innalzamento del mare: in particolare nella zona settentrionale dell’Adriatico e nella parte centrale del Tirreno.(2)
Quali sono possibili soluzioni?
Le soluzioni più utilizzate contro l’avanzata del mare consistono nella costruzione di barriere: dighe o scogliere. I ripascimenti (versare sabbia lungo le coste) dimostrano un’efficacia limitata nel tempo, ma sono comunque praticate, soprattutto per salvare le stagioni balneari. Fermare il mare, comunque, sarà sempre più difficile. Per questo motivo in molte zone del mondo non resterà che iniziare il trasferimento degli abitanti. Nella gestione urbanistica è importante considerare il fatto che il mare avanzerà.
FONTI
- Ocean, Cryosphere and Sea Level Change – Nono capitolo del sesto rapporto dell’IPCC
- Variazioni relative del livello dei mari: articolo di Enea
- Ocean and Cryosphere: report dell’IPCC