Le alghe dipendono dall’inquinamento? Ecco una guida per capire facilmente cause e conseguenze dell’eutrofizzazione

Acqua torbida ricoperta da un mantello di alghe. Ecco il biglietto da visita dell’eutrofizzazione, una forma di inquinamento che colpisce laghi, fiumi e mare italiani. Perché succede? In questa guida ci sono tutti i passaggi per conoscere questo fenomeno: le cause, tutti gli stadi dell’eutrofizzazione, le conseguenze e le possibili soluzioni
Che cos’è l’eutrofizzazione
L’eutrofizzazione è una forma di inquinamento che fa diventare l’acqua torbida e piena di alghe. È causata dalla sovrabbondanza di alcune sostanze nutrienti, in particolare l’azoto e il fosforo. In condizioni naturali queste sostanze sono presenti in piccole dosi e sono necessarie come nutrimento di microrganismi e piante acquatiche, alla base della catena alimentare. Il problema nasce quando la quantità di azoto e fosforo diventa eccessiva. Come mai diventa eccessiva?
Le cause dell’inquinamento
L’azoto e il fosforo in eccesso arrivano nei fiumi, laghi e mare a causa delle attività umane. In particolare sono due le principali fonti delle sostanze inquinanti:
- Agricoltura – Per garantire un crescita rapida e rigogliosa delle coltivazioni, si utilizzano fertilizzanti ricchi di azoto. La stessa sostanza si disperde nel terreno anche dalle feci degli animali allevati. Quando poi piove, l’azoto in eccesso defluisce in fossi e fiumi, fino al mare o nei laghi
- Scarichi urbani – Anche le nostre feci (e quelle degli animali domestici) contengono azoto. Il fosforo, invece, è presente in molti prodotti utilizzati per l’igiene personale e per la pulizia (della casa, dei vestiti o delle auto). Tutto questo finisce nelle fogne e nei depuratori, che non sempre sono in grado di filtrare adeguatamente l’acqua di scarico.
Le fasi dell’eutrofizzazione
Quando eccessive dosi di azoto e fosforo arrivano nelle acque, avvengono una serie di reazioni a catena. Inizialmente queste sostanze nutrono e fanno aumentare il numero di piante marine e alghe, che stanno nei fondali, ma anche microalghe che stanno in superficie. Queste ultime creano una patina che impedisce il passaggio della luce del sole. Senza la radiazione solare, le piante marine del fondale muoiono. Anche una parte di microalghe muoiono. Nel successivo processo di decomposizione, alghe e microalghe morte si riempiono di batteri che utilizzano molto ossigeno. In quei punti l’acqua diventa torbida, priva di ossigeno, inospitale per le forme viventi. Nei casi peggiori si formano le cosiddette “zone morte”, in cui non c’è più nessuna forma di vita.
Quando e dove si verifica
Per fortuna non sempre si arriva fino alle zone morte. La gravità dell’eutrofizzazione dipende dalla quantità di sostanze nutrienti e dal ricircolo dell’acqua. A essere più penalizzati sono i laghi, dove l’acqua è più statica e c’è poco ricircolo. Nei fiumi, invece, la corrente attenua il fenomeno, che può avvenire più facilmente nelle foci, dove si formano delle sacche di acqua più statica (dovute allo scontro di correnti tra fiume e mare). L’eutrofizzazione, infine, può anche rendere il mare inquinato, in particolare vicino alla costa, vicino alla foce di un fiume e quando l’acqua è calma. L’unica costante è la presenza di acque contaminate dall’uomo: ad esempio è difficile trovare laghi alpini, alimentati dai ghiacciai, inquinati; invece la principale zona morta si trova nel golfo del Messico, dove arrivano le acque contaminate del Mississippi.
Le conseguenze dell’eutrofizzazione
- Salute – Alcune alghe e i batteri che si formano nelle acque eutrofizzate possono essere tossici. Fare il bagno lì può causare eruzioni alla pelle o problemi di stomaco. Ma può essere pericoloso anche mangiare crostacei o molluschi cresciuti in quell’acqua
- Ambiente – Le acque eutrofizzate sono inospitali per gli esseri viventi. I pesci che non possono fuggire, come può avvenire nei laghi, muoiono. Al contrario l’acqua torbida ricca di batteri e sostanze nutrienti attira insetti e zanzare.
- Economia – L’acqua inquinata è brutta da vedere e può portare al divieto di balneazione. Un danno per l’economia del turismo. Ma è un problema anche per i pescatori. La bonifica dell’acqua, poi, è costosa e non sempre efficace
Cosa fare per evitare l’eutrofizzazione
- Prevenzione – Le norme di molti paesi hanno posto dei limiti alla quantità di fosforo che può essere utilizzato nei detergenti. È indispensabile che i depuratori siano efficienti e ricevano tutte le acque di scarico urbano. Per l’agricoltura, invece, si potrebbero creare delle zone “cuscinetto” tra le coltivazioni, con piante in grado di intercettare e filtrare le acque che defluiscono
- Bonifica – Nei casi più gravi si tenta la bonifica, attraverso varie tecniche. I metodi più utilizzati sono il prelievo dell’acqua nello strato più profondo (il più inquinato), l’immissione di ossigeno e di pesci che si nutrono di alghe, limitando invece il numero dei loro predatori.