Perché in Italia ci sono tante alluvioni e frane? Quali sono le cause? Ecco una scheda per sapere tutto sul dissesto idrogeologico

Case e strade distrutte da improvvise colate di fango e acqua. In Italia si contano i danni e si piangono le vittime causate dal dissesto idrogeologico. Come mai il nostro paese è così esposto ad alluvioni e frane? Quali sono le cause? È un fenomeno naturale o è colpa dell’uomo? Ecco una scheda per comprendere tutto sul rischio idrogeologico.
Che cos’è il dissesto idrogeologico?
Con dissesto idrogeologico si intende lo stravolgimento di un territorio causato dall’acqua, in particolare in seguito a gravi ondate di maltempo. Piogge repentine e abbondanti (chiamate anche bombe d’acqua), possono provocare, ad esempio, frane o alluvioni. Sono quindi fenomeni naturali, che da sempre hanno modificato e modellato l’aspetto di un territorio. Il problema nasce quando questi cambiamenti improvvisi avvengono in una zona abitata: gli abitanti e le loro case possono essere travolte, ad esempio, dalla furia dell’acqua esondata da un fiume.
Quali sono i principali fenomeni?
- ALLUVIONI – L’alluvione è un allagamento temporaneo di alcune porzioni di terreno. L’acqua può provenire da fiumi, laghi o dal mare. Le alluvioni più gravi che ci sono state in Italia sono avvenute a causa di esondazioni di fiumi e torrenti, in seguito a diluvi. In questi casi l’acqua esonda dal letto del fiume e travolge tutto quello che incontra.
- FRANE – La frana è il distaccamento e la caduta di porzioni di terreno o roccia in una parete di una montagna. Anche in questo caso le più gravi frane sono avvenute in seguito ad abbondanti piogge che hanno eroso il terreno, che è franato travolgendo ciò che c’era a valle. Frane e alluvioni sono le due manifestazioni più gravi del dissesto idrogeologico in Italia.
- VALANGHE – La valanga è il distaccamento e il movimento verso valle di una porzione del manto nevoso di una montagna. Avviene generalmente in primavera, quando aumentano le temperature e lo strato superficiale del manto nevoso è più caldo e può scivolare sullo strato inferiore più compatto.
- EROSIONE COSTIERA – L’erosione costiera avviene quando la linea di costa arretra: il mare avanza e occupa zone in cui in precedenza c’era la terraferma. Questo fenomeno avviene per diversi motivi, come l’innalzamento del livello del mare, il minor apporto di materiale solido dai fiumi (spesso prelevato e utilizzato per costruzioni edilizie) e le violenti mareggiate che erodono la spiaggia.
- SUBSIDENZA – La subsidenza è uno sprofondamento di una porzione di superficie terrestre. Può avvenire sia per cause naturali (movimenti strutturali della crosta terrestre) sia per cause artificiali (in seguito al prelievo di acqua, petrolio o gas dal sottosuolo). In Italia il principale abbassamento del territorio avviene alla foce del Po.
Quali sono le cause del dissesto idrogeologico?
Essendo un fenomeno naturale, il dissesto idrogeologico è innescato principalmente da cause naturali. Ma non solo. Ci sono diverse attività umane che aumentano il rischio di eventi gravi. Ecco tutte le principali cause.
- MORFOLOGIA DEL TERRITORIO – Le caratteristiche fisiche del territorio, in particolare la presenza di montagne, la loro pendenza e la composizione del terreno possono favorire le frane. Le alluvioni sono innescate spesso da fiumi di piccole dimensioni che portano rapidamente tutto l’acqua dei monti, dove sorge, fino alla foce.
- CLIMA – Eventi climatici avversi, in particolare piogge abbondanti dopo un lungo periodo di siccità, aumentano il rischio idrogeologico. La vicinanza del mare favorisce temporali e bombe d’acqua. Anche il cambiamento climatico, innescato dall’emissione di gas serra in atmosfera, rende più probabili eventi estremi come siccità e diluvi.
- CONSUMO DI SUOLO – A causa dell’urbanizzazione porzioni sempre maggiori di terreno vengono ricoperte di cemento, per costruire edifici e strade. In questo modo però il suolo diventa impermeabile, l’acqua piovana non viene assorbita dalla terra ma scivola verso i fiumi, ingrossando le ondate di piena.
- ABUSIVISMO EDILIZIO – Molte case vengono costruite senza permesso, spesso in zone che presentano elevati rischi idrogeologici, magari vicino ai fiumi o sotto pendii di montagna molto ripidi.
- DISBOSCAMENTO – Gli alberi hanno un effetto stabilizzante per il terreno: assorbono l’acqua in eccesso e le radici compattano il suolo. Tagliare gli alberi, in particolare lungo i versanti di montagna, favorisce frane e valanghe.
- DEVIAZIONE DEI FIUMI – Per far posto a strade ed edifici, molti fiumi sono stati deviati, altri ancora sono stati tombati (sono diventati corsi d’acqua sotterranei, sotto la città). Il percorso naturale dei fiumi si è formato nell’arco di millenni, e in caso di ondate di piena l’acqua potrebbe reclamare il suo spazio originario.
Quali sono le conseguenze?
Le esondazioni dai fiumi provocano alluvioni che inondano le città, travolgendo le case e i loro abitanti. Spesso in Italia si piangono vittime e tornare alla normalità dopo l’allagamento richiede molto tempo e denaro. Le frane possono creare delle violente colate di fango, che trascinano verso valle alberi e vari detriti, distruggendo tutto quello che incontrano. L’erosione costiera riduce la porzione di spiaggia di diversi litorali e le mareggiate invernali a volte colpiscono stabilimenti e locali a ridosso del mare, danneggiando tutta l’economia legata al turismo. L’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale (ISPRA) stima che oltre il 90 per cento dei comuni italiani corre dei rischi legati ad alluvioni, frane o erosione costiera.
Per quale motivo l’Italia è a rischio idrogeologico?
Montagne e colline di varie pendenze coprono gran parte del territorio italiano, e le valli sono generalmente molto abitate. Questo aumenta la probabilità e la pericolosità delle frane. Inoltre ci sono molti fiumi e torrenti brevi, che dalla sorgente in montagna raggiungono la foce molto velocemente. In caso di piogge abbandonanti, l’ondata di piena si muove velocemente verso i centri abitati e le esondazioni diventano improvvise e gravissime. A causa dell’abusivismo edilizio, molte abitazioni sono sorte senza seguire nessun criterio urbanistico, spesso in zone in cui non sarebbe permesso costruire per il rischio idrogeologico.
Cosa si può fare per prevenire il dissesto?
Si può ridurre il rischio idrogeologico rispettando la natura, lasciando scorrere i fiumi lungo il loro letto naturale e tagliando meno alberi. È necessario una rigorosa pianificazione urbanistica che vieti la costruzione in zone a rischio. È utile ridurre il consumo di suolo, costruendo meno strade e case, magari riutilizzando tutte gli edifici abbandonati o non utilizzati, anziché pensare a nuove costruzioni.
Gli eventi più catastrofici in Italia
1948, alluvione in Piemonte: diversi nubifragi causano l’esondazione del Tanaro e di altri torrenti nel Piemonte orientale (in provincia di Asti) provocando circa 50 morti
1951, Alluvione nel Polesine: l’esondazione del fiume Po provoca un centinaio di morti e 200mila sfollati
1953, alluvione in Calabria: l’esondazione di diversi torrenti e molte frane devastano molti paesi nel sud della Calabria, provocando oltre un centinaio di morti
1954, Alluvione di Salerno: l’esondazione di diversi torrenti e numerose frane devastano molte località in provincia di Salerno, provocando 318 morti
1966, Alluvione di Firenze: l’esondazione del fiume Arno provoca 35 morti. Nello stesso periodo il maltempo provoca allagamenti e vittime in molte altre città
1968, Alluvione del Piemonte: l’esondazione di numerosi torrenti e molte frane devastano diverse località in provincia di Biella, provocando 72 vittime
1970, Alluvione di Genova: l’esondazione di diversi torrenti inonda Genova e altri comuni della provincia, provocando 35 morti e migliaia di sfollati
1987, Alluvione in Valtellina: le esondazioni dell’Adda e altri torrenti e diverse frane si abbattono su Tartano e Valdisotto (SO), provocando 53 morti e migliaia di sfollati
1994, Alluvione in Piemonte: l’esondazione dei fiumi Po e Tanaro provocano 70 morti e oltre 2000 sfollati tra Cuneo, Torino, Asti e Alessandria
1998, Frana di Sarno: enormi colate di fango provocano 161 morti e migliaia di sfollati in diverse città in provincia di Salerno, Avellino e Caserta
2000, Alluvione in Piemonte: l’esondazione del Po e numerosi suoi affluenti allaga molte città in provincia di Alessandria, Torino, Vercelli e Aosta, causando 23 morti, 11 dispersi e 40mila sfollati
2009, alluvione di Messina: un nubifragio provoca una serie di esondazioni e frane che causano la morte di 37 persone in alcune località del messinese
FONTI
- Dissesto idrogeologico in Italia – Rapporto dell’Ispra
- Idrogeo – Mappa del rischio di Ispra