Cambiamento climatico: cause e conseguenze

Non solo riscaldamento globale, anche alluvioni e tempeste. Come mai? Ecco una scheda per comprendere il cambiamento climatico

mareggiata a fregane, causata dal cambiamento climatico

Che cos’è il cambiamento climatico?

Il cambiamento climatico consiste nelle variazioni a lungo termine della temperatura media e della frequenza di altri fenomeni atmosferici (piogge, temporali, tornado…). Oggi stiamo vivendo in un periodo di marcato cambiamento climatico: è più caldo (di oltre un grado in media rispetto a 150 anni fa); piove meno spesso e quando piove ci sono precipitazioni più intense; eventi estremi come tempeste o trombe d’aria sono più gravi e frequenti.

Per quale motivo c’è il cambiamento climatico?

La causa principale dell’attuale cambiamento climatico è l’effetto serra: nell’atmosfera ci sono alcuni gas (in particolare vapore acqueo, anidride carbonica e metano) che hanno la capacità di trattenere il calore. Di per sé questo è un fenomeno naturale e positivo, perché mantiene la temperatura in un range ideale per la vita umana: senza l’effetto serra, infatti, la temperatura media nel pianeta sarebbe di oltre 30 gradi inferiore. 

Dalla seconda metà del XIX secolo (ovvero dalla rivoluzione industriale), però, gli uomini hanno emesso in atmosfera un’enorme quantità di gas a effetto serra, soprattutto anidride carbonica, bruciando carbone, petrolio e gas per produrre energia. Il surplus di anidride carbonica ha accentuato l’effetto serra, provocando un innalzamento della temperatura media. 

Questo maggior calore innesca, poi, una serie di effetti secondari. Un’atmosfera più calda è in grado di trattenere più vapore acqueo, prima di condensarsi in nuvole e ricadere in forma di pioggia: quindi ci sono meno precipitazioni, ma più intense, favorite anche da una maggiore evaporazione di acqua calda marina. Gli oceani modificano le loro correnti che regolano il clima delle varie zone del pianeta (ad esempio la corrente del Golfo, che rende il clima europeo più temperato). L’aria più calda spezza i venti circolari sopra il circolo polare artico, favorendo la fuoriuscita di correnti fredde verso il resto del pianeta. 

Quindi è colpa dell’uomo?

Il cambiamento climatico è sempre esistito nella storia della Terra, anche prima della comparsa dell’uomo. Quindi esistono motivi naturali, come le variazioni dell’orbita terrestre o le eruzioni vulcaniche. Nessuna causa naturale, però, è in grado di spiegare il cambiamento climatico avvenuto nell’ultimo secolo. Viceversa i grafici, dei principali rapporti scientifici, mostrano una inequivocabile corrispondenza tra l’aumento delle emissioni di anidride carbonica da parte dell’uomo e l’aumento della temperatura media terrestre. Oggi la comunità scientifica conferma in modo unanime la responsabilità umana dell’attuale cambiamento climatico.

Quali sono le cause principali?

Il cambiamento climatico dipende dall’eccessivo effetto serra dovuto all’intervento dell’uomo. Quindi le cause principali consistono in tutte le attività umane che causano l’eccesso di gas serra in atmosfera. Vediamo le principali:

  • Combustibili fossili – L’uomo brucia carbone, petrolio e gas per produrre l’energia necessaria per le sue principali attività: per le industrie, per i trasporti (soprattutto aerei e autoveicoli), per il riscaldamento e per l’elettricità. La loro combustione provoca la principale emissione di anidride carbonica
  • Produzione alimentare – Gli allevamenti sono una delle principali fonti di emissione di metano, generato dal processo digestivo degli animali (soprattutto bovini e ovini). Nell’agricoltura invece si utilizzano molti prodotti chimici responsabili dell’aumento di gas serra
  • Deforestazione – Con la fotosintesi gli alberi assorbono anidride carbonica. Tagliandoli, ci priviamo di questo processo e tutto il carbonio accumulato nell’albero viene rilasciato. Il disboscamento viene praticato per creare posto per gli allevamenti e l’agricoltura, per bruciare il legno o utlizzarlo per la manifattura
  • Degrado del suolo – Anche la terra assorbe e stocca il carbonio. Ma perde questa capacità a causa dei prodotti chimici utilizzati in agricoltura o, peggio ancora, con il consumo di suolo, ovvero ricoprendo di cemento sempre maggiori spazi.

Come si manifesta il cambiamento climatico?

  • Caldo – Il caldo è l’elemento principale del cambiamento climatico odierno. In particolare l’estate è ormai caratterizzata da ondate di calore pressoché continue. Il decennio 2011-2020 è stato il più caldo mai registrato.
  • Siccità – Durante l’anno ci sono periodi sempre più lunghi caratterizzati da un clima secco e assenza di piogge.
  • Eventi estremi – Le precipitazioni, pur essendo meno frequenti, sono molto più intense, poiché il caldo aumenta l’evaporazione marina che alimenta temporali e tempeste. Quando arriva aria fredda da Nord che si scontra con l’aria sempre più calda (in particolare sul mare) si creano le condizioni ideali per uragani, tempeste e venti violentissimi.

Quali sono le conseguenze?

  • Mancanza d’acqua – La siccità diventa sempre più prolungata, mentre il caldo aumenta l’evaporazione di acqua dal suolo, dai fiumi e dai laghi. I terreni sono sempre più aridi e, soprattutto in estate, il livello dell’acqua di fiumi e laghi diminuisce drasticamente. Diventa più difficile trovare l’acqua necessaria per l’agricoltura e per le necessità umane
  • Incendi – Mancanza di piogge, clima secco e terreni aridi creano le condizioni favorevoli per gli incendi, che diventano sempre più devastanti. Gli alberi bruciati, poi, rilasciano gas serra in atmosfera
  • Fusione dei ghiacci – A causa delle alte temperature i ghiacciai stanno regredendo in modo continuo. Ma i danni principali dipendono soprattutto dalla fusione continua delle calotte polari, che hanno un importante effetto regolatore del clima sulla Terra
  • Livello del mare – La fusione dei ghiacci e l’espansione termica (col caldo l’acqua aumenta di volume) comportano un costante innalzamento del livello del mare
  • Acidificazione degli oceani – Il mare assorbe l’anidride carbonica, oggi presente in maniera eccessiva in atmosfera. Questo cambia le caratteristiche fisiche dell’acqua, che diventa più acida. Un problema per molte specie, in particolare per le barriere coralline e il plancton (alla base della catena alimentare)
  • Estinzione delle specie – Anche gli animali e le piante sulla terraferma sono in pericolo, in quanto le condizioni ambientali che hanno permesso la loro sopravvivenza stanno cambiando. Molte specie si stanno estinguendo.
  • Migrazioni – Aridità e innalzamento del livello del mare sono due dei principali motivi che causano la migrazione di un numero sempre maggiore di persone nel pianeta
  • Salute – Le ondate di caldo causano un alto numero di morti premature, così come gli eventi estremi (che possono causare alluvioni e frane). L’alta temperatura agevola la diffusione di zanzare e parassiti che causano gravi malattie. L’aridità aumenta i problemi di malnutrizione nei paesi meno sviluppati

Chi paga le maggiori conseguenze?

I paesi meno sviluppati non hanno risorse per fronteggiare le avversità degli eventi estremi, il caldo torrido e la mancanza d’acqua. Le isole che hanno una bassa altitudine (come le Maldive) rischiano di scomparire. Nelle zone costiere aumentano le bombe d’acqua, i tornadi e le mareggiate, che spesso devastano fabbricati e infrastrutture a ridosso del mare. Chi vive a valle dei monti oggi corre più rischi a causa del dissesto idrogeologico (alluvioni e frane). Gli agricoltori devono fronteggiare l’aridità dei terreni, la carenza d’acqua e le temperature anomale che variano i tempi vegetativi.

Quando è cominciato il cambiamento climatico?

Il cambiamento climatico è iniziato nella seconda metà del XIX secolo, durante la rivoluzione industriale, quando l’uomo ha cominciato a bruciare in maniera massiccia carbone, petrolio e gas per produrre energia. Ma l’immissione di gas serra in atmosfera (e il conseguente riscaldamento globale) ha avuto un’impennata nella seconda metà del XX secolo. Il benessere del secondo dopoguerra e le maggiori capacità produttive hanno portato al consumismo, alla globalizzazione e a uno stile di vita poco sostenibile: fette sempre maggiori di popolazione inizia ad avere automobili, elettrodomestici, condizionatori… 

Che cosa succederà in futuro?

Gli scenari futuri dipendono in larga parte dalla quantità di emissioni di gas serra. A una maggiore concentrazione di anidride carbonica in atmosfera, seguirà una temperatura sempre più alta, una siccità più intensa ed eventi estremi più numerosi e gravi. Bisogna poi considerare che i gas serra permangono in atmosfera per decenni. Quindi alcune conseguenze, come lo scioglimento dei ghiacci e l’innalzamento del livello del mare, sono destinati a progredire. Pare ormai certo che entro fine secolo la temperatura crescerà almeno di due gradi rispetto all’epoca pre industriale e il livello del mare crescerà di diversi decimetri. Di conseguenza le migrazioni climatiche e le estinzioni di specie aumenteranno. Per evitare le conseguenze più catastrofiche gli esperti sono concordi nell’affermare che la temperatura media non deve salire oltre i due gradi rispetto al periodo preindustriale.

Quali sono le soluzioni?

Le soluzioni per attenuare il cambiamento climatico mirano tutte all’attenuazione della concentrazione di gas serra nell’atmosfera.

  • Transizione energetica – Il passaggio dai combustibili fossili alle fonti di energia rinnovabile (solari, eoliche, idriche).
  • Trasporti – Questo settore punta sempre di più verso l’alimentazione elettrica (meno impattante rispetto alla benzina).
  • Alberi – Si deve bloccare la deforestazione e puntare verso un aumento di superficie terrestre ricoperta da alberi e vegetazione.
  • Consumo di suolo zero” – È una politica che punta a un riutilizzo di fabbricati ed edifici abbandonati piuttosto che costruirne nuovi.
  • Stile di vita – È importante una maggiore consapevolezza individuale, che porti a comportamenti meno impattanti: ad esempio mangiare meno carne, spostarsi coi mezzi pubblici o con la bicicletta, installare pannelli fotovoltaici, comprare meno cose inutili.