Cos’è un temporale auto rigenerante? E’ stata colpa dell’uomo? Ecco una scheda semplice per sapere tutto sull’alluvione delle Marche

Acqua che esonda dai fiumi e sale, fino a superare i primi piani delle case, persone in disperata ricerca di aiuto sui tetti, ponti crollati, voragini per strada, muri squarciati. Sono solo alcune immagini dell’alluvione delle Marche del 2022. Una delle peggiori della storia italiana. Alcuni fiumi appenninici, generalmente innocui rivoli d’acqua, sono diventati tsunami furiosi che hanno travolto tutto ciò che incontravano. Come è potuto succedere? Perché, in una zona circoscritta si è concentrata così tanta acqua da diventare incontenibile? Ecco una scheda per capire in modo semplice tutto quello che è successo.
Cosa è successo?
Nel settore centrosettentrionale delle Marche si è abbattuta una grave ondata di maltempo: intensi temporali si sono concentrati sulla stessa zona, facendo cadere fino a 400 millimetri di acqua per metro quadrato in poche ore (quasi la metà di quanto ne cade in tutto l’anno in quel territorio). Diversi fiumi, che generalmente sono poco più che rivoli d’acqua, si sono ingrossati a dismisura, sono esondati presto dai loro argini e hanno invaso tutto ciò che incontravano: campagne, città, strade. Il livello dell’acqua è continuato a salire, fino a raggiungere i primi piani delle abitazioni. Tutto è stato travolto dalla furia dell’acqua: molti ponti sono crollati, le automobili sono state spazzate via, i primi piani delle abitazioni sono stati completamente allagati.
Quando è successo?
Il temporale è cominciato nel pomeriggio del 15 settembre 2022 e tra le 19 e le 21 ha scaricato la maggiore concentrazione d’acqua. L’ondata di maltempo si è esaurita il giorno successivo.
Dove si è abbattuta l’alluvione?
L’alluvione delle Marche ha colpito in particolare la zona centrosettentrionale della regione, tra le province di Pesaro Urbino e Ancona. I più penalizzati sono stati i paesi che si trovano tra l’Appennino e il mare, lungo il tragitto percorso da tutta l’acqua caduta. In questo tratto infatti sono esondati i corsi d’acqua, a cominciare dal fiume Misa, I comuni più colpiti sono Sassoferrato, Pergola, Barbara, Ostra, Cagli, Arcevia, Trecastelli. A Cantiano si è raggiunta la maggiore concentrazione di acqua caduta, 419 millimetri per metro quadrato in poche ore. A Senigallia, invece, ha piovuto poco, ma è stata allagata dalla piena del Misa ostruita dai ponti.
Quali sono le conseguenze dell’alluvione?
A causa dell’alluvione delle Marche ci sono state 13 vittime, 50 feriti e 150 persone sfollate. Tra le vittime ha tenuto col fiato sospeso la storia di Mattia, un bambino di 8 anni ritrovato oltre una settimana dopo l’alluvione, a 13 chilometri di distanza dal punto in cui l’acqua l’ha trascinato via. L’ultima vittima accertata è stata Brunella Chiù: il 14 settembre del 2023, un anno dopo la tragedia, la comparazione del Dna ha dimostrato che un corpo trovato mesi prima nei pressi di Vieste (Foggia) era il suo. Difficile, invece, quantificare i danni materiali: l’alluvione ha causato un’enorme quantità di case distrutte, ponti crollati, aziende travolte, voragini per strada.
Come mai è precipitata così tanta acqua?
Nell’Appennino marchigiano si sono formate delle nuvole temporalesche, che sono state spinte verso il mare da correnti freddi. Nello stesso tempo, però, dal mar Adriatico arrivavano venti più caldi che hanno fermato la cella temporalesca. Così il temporale, anziché continuare a spostarsi fino all’esaurimento come al solito, è rimasto bloccato in un territorio circoscritto, continuamente ricaricato da correnti calde e umide, provenienti dal mare. Si è formato in questo modo un temporale auto rigenerante, che ha scatenato l’alluvione.
Quali sono le cause dell’alluvione delle Marche?
Una prima causa è geografica: i territori colpiti sono a cavallo tra monti molto ripidi e il mare, le condizioni ideali per la formazione del temporale auto rigenerante. Inoltre questi paesi sono attraversati da numerosi fiumi e torrenti, che in pochi chilometri passano dalla montagna al mare e possono ingrossarsi facilmente. In quel periodo, inoltre, c’era il mare con una temperatura di quasi 5 gradi superiore rispetto alla media del periodo: questo ha generato le correnti calde e umide che hanno fatto da carburante per il temporale. Inoltre nelle Marche, come in gran parte dell’Italia, prima dell’alluvione c’erano stati mesi di siccità, che aveva reso i terreni più duri e impermeabili; in questo modo l’acqua, anziché essere trattenuta e scendere nella falda, scorre.
Colpa del cambiamento climatico?
Non si può far risalire un singolo evento al cambiamento climatico in atto nel pianeta. Di certo però si può dire che l’alluvione delle Marche si inserisce in quel contesto: infatti l’alta temperatura del mare e la siccità (prima del temporale) sono due fenomeni tipici del riscaldamento globale. Un altro fenomeno tipico dell’epoca che stiamo vivendo consiste nelle precipitazioni: nell’arco dell’anno cade più o meno la stessa quantità d’acqua, ma è concentrata in fenomeni meno numerosi ma più gravi.
È colpa dell’uomo?
La mano dell’uomo in questa tragedia non manca. In molti paesi ci sono abitazioni troppo vicino a fiumi e torrenti, senza tener conto della naturale espansione dei corsi d’acqua durante le piene. I fiumi inoltre devono essere gestiti in modo corretto, senza modificare il loro percorso o ridurre il loro spazio, prevedendo zone in cui far defluire l’acqua in caso di piene e controllando che il loro letto non sia ostruito. A questo proposito è in corso una diatriba tra gli enti preposti alla gestione del Misa. Inoltre l’eccessiva cementificazione (costruzione di fabbricati e strade) rende i terreni più impermeabili: l’acqua non penetra nella falda acquifera ma scorre. E fa danni.
Non si poteva prevedere l’alluvione delle Marche?
Un fenomeno della portata di Cantiano (419 millimetri di acqua caduta per metro quadrato in poche ore) non era mai capitato nelle Marche. Il temporale auto rigenerante, inoltre, è molto raro a ridosso del mar Adriatico. Il maltempo nell’Italia centrale era anche previsto, ma la Protezione Civile aveva diramato solo un’allerta gialla per il rischio idrogeologico. Stando alle conoscenze attuali, questa alluvione era imprevedibile. Ma si è aperta una discussione, per capire come aggiornare le previsioni e le allerte, tenendo conto dei cambiamenti climatici in atto.